Carenza di disponibilità idrica nel territorio della Regione Veneto

Pubblicato il 4 agosto 2017 • Ambiente

All'emergenza caldo, si aggiunge ora quella acqua. Da nord a sud, l'Italia sta facendo i conti con la furia dell'anticiclone, il vento caldo che soffia dal deserto algerino-tunisino, e la siccità. Dopo un inverno poco piovoso, in cui anche la neve ha tardato a far visita, le risorse idriche stanno ora soffrendo. A rischio sono i raccolti, il bestiame, ma anche la vita quotidiana. Sì, perché se l'acqua manca, bisogna razionarla con l'uso predisposto a giorni alterni, ad esempio, o con la chiusura del servizio in alcune fasce orarie. E le temperature record previste per i prossimi giorni non lasciano ben sperare.
In Veneto la situazione è difficile in tutto il territorio della regione. La Regione veneto con una nuova ordinanza – la numero 135 del 26 luglio 2017 – conferma lo stato di crisi idrica , per attuare le misure necessarie a contrastarla. La preoccupazione principale è per quelle aree interessate dalle derivazioni irrigue dal fiume Adige e quelle ricadenti nel bacino del Fissero Tartaro Canalbianco (una via navigabile che collega Mantova con il mare Adriatico attraversando Mantova, un breve tratto della bassa veronese e tutta la provincia di Rovigo), nonché nel bacino del fiume Bacchiglione che scorre nelle provincie di Vicenza e Padova.
La nuova ordinanza, con validità dal 26 luglio al 20 agosto, stabilisce restrizioni in particolare per l'Adige, dove i Consorzi irrigui dovranno ridurre il prelievo di acqua dal fiume secondo uno schema a step progressivi: si parte da 180 metri cubi/secondo fino a 80 mc/s, al di sotto della quale la riduzione sarà del 100%

Ordinanza 135 del 26 luglio 2017 della Regione Veneto
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