2 Giugno 2020 Festa della Repubblica - Discorso del sindaco Roberta Gallana

Ultima modifica 5 giugno 2020

Un saluto ai rappresentanti delle Forze dell'Ordine, delle Associazioni Combattentistiche, ai volontari della Protezione Civile, al gruppo Alpini, agli amministratori e soprattutto un saluto ai cittadini atestini.

Era il 2 giugno del 1946, quando l'Italia, appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale, iniziava a scrivere una nuova pagina della sua storia. Oggi, 74 anni dopo questa storica data, ci troviamo ad affrontare una battaglia diversa, che ci ha visti cambiare abitudini, perdere affetti, ricercare speranza nella semplicità e, a volte, ci ha fatto scoprire di essere molto più fragili di quanto credessimo.

Il 2 giugno è una giornata che porta con sé un immenso significato simbolico, dato dalla valorizzazione della democrazia, della libertà, della pace e della solidarietà che un tempo segnarono un nuovo inizio per la storia dell'Italia e che oggi sentiamo vicine più che mai.

La giornata dedicata a festeggiare la Repubblica Italiana assume tanti significati diversi: il ricordo della lungimiranza dei nostri padri e dei nostri nonni, che ci hanno permesso di vivere in un Paese senza guerre; l'apertura al diritto di voto per le donne; la creazione di una democrazia.

Poi, ha segnato un nuovo inizio, con l'opera di ricostruzione materiale e morale del Paese. Con impegno e duro lavoro, donne e uomini hanno trasformato l'Italia nel paese che tutti conosciamo.

Con lo stesso ardore e amore per la Repubblica, la mia speranza è che anche oggi si viva una sorta di ricostruzione. Dopo mesi di chiusura forzata, le attività sono finalmente aperte e, lentamente, ci apprestiamo a tornare ad una nuova normalità, fatta di regole e attenzioni che, se seguite, ci possono garantire una nuova rinascita, in sicurezza e tutti insieme.

Stiamo affrontando un momento di feroce crisi, sanitaria ed economica, che sta portando molti di noi alla sofferenza.

Penso ai medici, agli operatori sanitari e agli addetti alle pulizie, che si sono trovati in prima linea a combattere l'emergenza e che, ancora oggi, sono tra le corsie degli ospedali, pronti a fare di tutto per salvare una vita umana. Non vogliono essere definiti "eroi", ma lo sono a tutti gli effetti. Penso ai malati, alle vittime, alle loro famiglie; penso a chi ha perso il lavoro. Al profondo stato di angoscia che hanno attraversato in questi mesi, alle sofferenze fisiche e psicologiche che si porteranno dentro a lungo.

Penso poi ai volontari della Protezione Civile, agli Alpini, agli Scout, alle Associazioni del sociale, ai Parroci che sono impegnati ogni giorno per dare sostegno e aiuto a chi è in difficoltà, con coraggio e competenza, senza mai tirarsi indietro. A tutti loro va il mio sentito appoggio, perché possano vivere una rinascita e trovare nel futuro serenità e sollievo.

L'emergenza sanitaria ha portato poi allo sviluppo di una crisi economica che lascia molte famiglie in difficoltà. Numerosi sono stati e saranno gli aiuti alle persone da parte dell'Amministrazione, ma ancora di più dovranno essere quelli da parte dello Stato, per riuscire a far fronte a tutti i disagi economici e sociali davanti ai quali si sono ritrovate queste famiglie. Purtroppo, non abbiamo aiuti e ammortizzatori sufficienti per rialzarci subito.

Nessuno poteva immaginare a quanta sofferenza, psicologica ed economica, avrebbe portato il virus. Ci troviamo davanti ad un momento storico che ci mette duramente alla prova, come società e come esseri umani. Guardando ai nostri antenati, oggi come mai prima d'ora, mi sento di dire che sia importante apprendere da loro la capacità di guardare al futuro con lungimiranza, speranza e amore per il nostro Paese. Ricostruire non è un'opera facile: richiede tempo, sacrificio, pazienza.

Ed è proprio sul concetto di "pazienza" che mi vorrei soffermare un istante.

Vedo distacco su alcuni volti incontrati per strada. Questi mesi difficili ci hanno portati a scontrarci con una situazione di chiusura e paura che non ci appartenevano prima dell'emergenza. Le fragilità umane sono affiorate con insistenza e molti di noi si trovano tuttora ad attraversare un momento molto impegnativo dal punto di vista psicologico. Servirà pazienza per avere il tempo di metabolizzare lo stato di angoscia che ci siamo trovati a vivere. Ma servirà ancora di più pazienza, tolleranza e gentilezza da parte di tutti, nel sopportare e aiutare chi, più fragile, sta vivendo questi giorni con maggior difficoltà.

Che si sia entrati a contatto diretto con il Covid o meno, molti di noi sono profondamente cambiati e necessitano di più tempo per una ripresa che ci possa riportare a condurre una vita simile a quella di prima. Il mio appello è quindi quello della tolleranza e del rispetto, verso chi ha subito gli effetti di questa "guerra".

Questa difficile fase storica ci sfida a dare prova della nostra capacità di affrontare le avversità e gestire i cambiamenti. Dobbiamo accettare questa sfida, così come, 74 anni fa, hanno fatto le nostre madri e i nostri padri, ritrovandosi tra le mani le macerie di un Paese da ricostruire. I cambiamenti sono difficili da accettare, certo, ma spesso portano a un miglioramento. E la mia speranza è che, questo, sia proprio l'inizio di un futuro più sereno per tutti, con nuove consapevolezze e più attenzioni verso gli altri.

Il mio augurio è che questa celebrazione sia un’opportunità per condividere tutti quei valori che sono e saranno sempre l’anima del Paese.

Con il 2 giugno riaffermiamo ancora una volta i valori fondanti della nostra Repubblica. Libertà, democrazia, pari dignità e tanta, tanta speranza nel domani.

Viva la Repubblica! Viva l'Italia!

Invito per un minuto di silenzio in ricordo dei cittadini, atestini e non, che abbiamo perso a causa del virus.

Una cara signora, ospite della Casa di Riposo dei Colli. Un signore ricoverato da tempo. Il caro signor Oscar Puato, papà del nostro vicesindaco; anche se non era nostro concittadino lo sentiamo tale per l’affezione e la sua presenza costante nell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia.
E Gianfranco Fornasiero, già vicesindaco della città, che tanto ha dato a tutti noi con generosità e grande senso civico.